Psicoterapia psicodinamica Roma Prati
Psicoterapia psicodinamica Roma
Quando si decide di intraprendere un percorso di psicoterapia, una delle prime domande che sorge spontanea è: quale orientamento scegliere? Al giorno d’oggi, le correnti e i maestri di riferimento sono tanti e si rischia di rimanere un po’ disorientati. È bene, dunque, fare una panoramica dei diversi approcci possibili e sapere quali sono i riferimenti di base dell’esperto psicologo e terapeuta che si consulta. Nello studio di psicoterapia Roma, utilizzo un approccio di tipo integrato, attingendo metodi e tecniche dalle varie forme di psicoterapia e dalle correnti. In questo articolo parlerò della psicoterapia psicodinamica, di cos’è e di come si svolgono le sedute secondo questo orientamento.
Cos’è la psicoterapia psicodinamica?
La psicoterapia psicodinamica si riallaccia alle teorie psicoanalitiche, sviluppate da Sigmund Freud nel corso dei suoi studi. Alla base di questa concezione, c’è l’idea di un’interazione mobile e dinamica tra le varie istanze della psiche. Le istanze individuate da Freud sono tre: l’Es, che rappresenta gli impulsi irrazionali e più profondi, il serbatoio dell’energia vitale, fuori da ogni logica, la volontà di ottenere piacere a ogni costo e, soprattutto, i contenuti inconsci, di cui non si ha precisa consapevolezza; c’è poi l’Io o Ego, che è l’istanza più superficiale, quella cosciente, che deve mediare tra gli impulsi dell’Es e le norme e i doveri morali del SuperIo.
L’Io è un continuo tentativo di equilibrare queste due componenti che “tirano” in direzioni opposte. Il SuperIo, infine, è costituito dall’insieme dei valori, dal sistema di doveri acquisito dall’individuo. È l’immagine psichica delle regole e dei divieti della persona, un sistema di censure che si origina fin dall’infanzia, nel contatto con i genitori, e condiziona pensieri e comportamenti dell’individuo.
Naturalmente, le teorie freudiane rappresentano soltanto una base di partenza. Gli studi successivi hanno lavorato su quei concetti, sviluppandoli e approfondendoli.
L’orientamento psicodinamico riconosce l’esistenza di una vita mentale inconscia. Secondo questa prospettiva, sensazioni e stati affettivi che hanno caratterizzato il vissuto, eventi passati, specie nell’infanzia, possono influenzare il nostro comportamento senza che noi ce ne rendiamo conto.
La psicoterapia psicodinamica, perciò, si concentra in particolare sul rimosso e sull’inconscio, la parte più profonda di noi stessi, in cui si annidano impulsi e contenuti che non affiorano alla coscienza, ma restano “sotto soglia”. Impulsi e contenuti che, però, hanno un potente influsso sulla nostra vita. Conoscere e decifrare questi aspetti è uno degli obiettivi fondamentali delle sedute che seguono un approccio psicodinamico.
Lungo questo percorso terapeutico, dunque, il terapeuta aiuta il paziente ad approfondire la conoscenza di sé stesso e a recuperare quegli stati e vissuti emozionali. Non a caso si parla anche di psicologia del profondo e, spesso, questo tipo di approccio è considerato più intenso perché tocca aspetti che riguardano l’interiorità di ciascun individuo.
La psicoterapia psicodinamica non si limita a individuare un problema e a “curarlo”, non si preoccupa esclusivamente dei sintomi superficiali e del disagio che possono generare: attacchi di panico, fobie, ma anche disturbi psicosomatici possono essere considerati come dei segnali che invitano a soffermarsi maggiormente sulla propria interiorità e rimettere in discussione quello che si è sempre dato per scontato. Si lavora, perciò, per capire le origini profonde del malessere psicologico, alleviandolo ma, soprattutto, consentendo al paziente di intraprendere un percorso di conoscenza e di cambiamento positivo, volto a un maggiore benessere complessivo.
Come si svolge la terapia secondo un approccio psicodinamico
Durante il primo incontro con lo psicoterapeuta, che serve a conoscersi e a raccogliere informazioni per una prima diagnosi, paziente e terapeuta concordano insieme la frequenza degli incontri. Di solito, un percorso di psicoterapia di questo tipo prevede sedute settimanali. Per quel che riguarda la durata di ogni singolo incontro, nello studio di Roma si svolgono sedute di psicoterapia della durata media di 50 minuti. Trattandosi di un percorso complesso, che differisce da individuo a individuo e si sviluppa nel tempo, anche a seconda del rapporto che si instaura tra paziente e terapeuta, non è possibile stabilire a priori quanto sarà lunga la terapia. Il terapeuta non può affermare che entro due o tre mesi tutto sarà finito e il problema risolto. Sicuramente, già a partire dalle prime sedute, si noterà un miglioramento e un’attenuazione del sintomo manifestato. In ogni caso, l’obiettivo del terapeuta è quello di mettere il paziente in una condizione di autonomia e responsabilità di sé stesso, dunque di restituirgli il benessere nel più breve tempo possibile.
È anche vero, però, che per lavorare su obiettivi più circoscritti si può scegliere di seguire un percorso di psicoterapia psicodinamica breve.
Nel corso delle sedute, il terapeuta applica metodi e tecniche che si riallacciano alle teorie psicoanalitiche. Ma gli strumenti fondamentali alla base dell’intervento terapeutico sono due: il colloquio clinico e la relazione terapeutica.
All’interno della stanza di psicoterapia, il terapeuta mette il paziente a proprio agio, invitandolo a parlare in modo libero dei propri pensieri, delle emozioni, dei vissuti recenti o passati oltre che di paure e desideri. In tal modo, è possibile comprendere quali siano le angosce profonde e inespresse del paziente. L’atteggiamento del terapeuta è volto all’accettazione e all’accoglienza poiché il suo lavoro è quello di lasciare che il paziente dia libero sfogo alla propria interiorità, senza sentirsi in alcun modo giudicato o non preso in considerazione. L’apertura insieme alla disponibilità all’ascolto non giudicante sono elementi che consentono di costruire una relazione terapeutica autentica, fondata sulla fiducia e il rispetto reciproco tra le due parti.
Il colloquio clinico, in questo modo, permette di far emergere aspetti nascosti di sé, tutte quelle emozioni represse o rimosse che, in modo inconsapevole, agiscono in noi. Si entra in contatto con zone profonde, spesso oscure, in cui si intrecciano sentimenti conflittuali tali da evocare emozioni dolorose. Eppure proprio questi stati emotivi rinnegati e rifiutati per tanto tempo, riemergendo, permettono di liberare le energie frenate dell’individuo e di portare a valore ciò che, fino a questo momento, è stato considerato soltanto disagio e sofferenza.
Lungo questo percorso, inoltre, è del tutto normale che si incontrino degli ostacoli. Nello specifico, è possibile che il paziente stesso tenti di evitare, in modo inconscio, di esporsi a emozioni troppo forti e dolorose. Cercherà di non rievocare vissuti passati che innescano questi contenuti emotivi e che il dialogo costante con il terapeuta fa emergere lentamente. Per questo, il paziente mette in atto dei comportamenti che vanno a sabotare la terapia, frenandola o interrompendone il corso. Ci si può dimenticare di andare a una seduta (senza avvertire preventivamente il terapeuta) oppure presentarsi in forte ritardo rispetto a quanto concordato in precedenza. Si può sbagliare completamente orario o anche giorno della psicoterapia. Oppure ci si reca in studio dal proprio terapeuta e si sta in silenzio per minuti interi oppure, al contrario, si parla per tutto il tempo a disposizione di altro, deviando dai contenuti importanti e significativi.
Questi comportamenti, in psicoterapia psicodinamica, vengono interpretati come resistenze. Si tratta, cioè, di difese che si innescano in alcune situazioni, spesso di fronte alla prospettiva del cambiamento che instilla una certa paura. Anche le resistenze e le difese devono essere analizzate e il terapeuta ha il compito di indagarle a fondo insieme al paziente. Esse, infatti, permettono di accedere a informazioni importanti e preziose per comprendere il problema.
Alla fine del percorso, la psicoterapia consente di portare il paziente a una maggiore consapevolezza di sé e autonomia. Il terapeuta è come un compagno di viaggio, che lo affianca e lo guida, senza mai sostituirsi a lui. Non fa altro che aiutarlo a ritrovare dentro di sé le risorse e gli strumenti necessarie a prendersi cura di sé stesso e a costruire il proprio benessere psicologico.