Più volte in passato ho sottolineato la forza benefica della psicoterapia di gruppo, le straordinarie potenzialità insite in questa forma di terapia in cui si coinvolge un gruppo di persone che condividono un percorso. Da anni, presso il Centro di psicologia e psicoterapia Il Filo di Arianna, formiamo gruppi di pazienti che lavorano sul proprio disagio e sulle problematiche manifestate anche attraverso la tecnica dello psicodramma.
Questa particolare forma di terapia, di cui spesso si parla troppo poco, risulta particolarmente efficace per tutti quei problemi che sono legati al nostro universo relazionale.
Pensiamoci bene.
Una vita fatta di relazioni
Tutta la nostra vita si basa sui rapporti interpersonali, su relazioni che coinvolgono ben più di una persona alla volta, fin dal momento in cui veniamo al mondo. Quando nasciamo, ci ritroviamo nel contesto della famiglia che, di fatto, è un gruppo di persone che vivono insieme e devono trovare un equilibrio tra di loro. Poi si arriva a scuola, nella classe con tanti altri bambini e poi ragazzi e ragazze coetanei. Ci sono gli amici e i colleghi di lavoro, con cui si portano avanti progetti di gruppo, si scambia qualche chiacchiera in ufficio, si fa pausa pranzo.
Non possiamo prescindere dalla relazione né tantomeno dalle situazioni di tipo collettivo, a meno di non isolarci in noi stessi. Spesso, però, è proprio all’interno di queste situazioni di gruppo che emergono problemi di tipo relazionale. Si comincia con la timidezza, la difficoltà nel prendere la parola o far valere la propria opinione fino ad arrivare a vere e proprie forme di fobia sociale che inducono l’individuo a cercare di evitare in ogni modo quelle situazioni in cui si trova a contatto con gli altri, situazioni che provocano stress e forte ansia.
Quando si sperimenta questo tipo di disagio, la psicoterapia di gruppo rappresenta la via più indicata per superare il disagio e ritrovare il bello di stare con gli altri, di sentirsi bene in relazione.
La terapia di gruppo per superare i problemi relazionali derivati dal bullismo
Non sempre nel gruppo si sta bene. Purtroppo può capitare che fin da molto piccoli si subiscano gesti di prevaricazione e violenza da parte degli altri, sia dal punto di vista fisico che psicologico.
Il bullismo è un fenomeno molto diffuso come segnalano gli stessi adolescenti.
Chi vive questo tipo di esperienza, subisce un trauma che può determinare forti difficoltà relazionali, in particolare proprio nei confronti dei gruppi. L’individuo bullizzato da bambino o ragazzino, avrà la tendenza inconscia ad associare emozioni fortemente negative alle dimensione del gruppo.
Potrebbe trattarsi di mortificazione, senso di umiliazione ma anche di paura e angoscia per le situazioni in cui deve avere a che fare con più di una persona alla volta. Questo perché dentro di sé teme di poter provare di nuovo la sofferenza che ha sperimentato in passato.
Colui o colei che ha subito bullismo potrebbe avere problemi relazionali ne contesti che richiamano le situazioni vissute, anche nei casi in cui non ci sia una reale minaccia, anche quando non c’è la possibilità concreta di subire un’umiliazione.
Il trauma si radica, lascia segni profondi nella psiche dell’individuo e sfocia in una vera e propria fobia sociale, cioè la paura persistente di trovarsi all’interno di un gruppo e di sentirsi esposti al rifiuto, all’abuso, alla violenza, alla mortificazione, alle risate degli altri.
Proprio perché è stato il gruppo a crearci tanta sofferenza, il gruppo può guarirci. La terapia di gruppo, in casi come questo, si rivela la strategia di intervento migliore per curare e trattare il trauma.
Naturalmente, prima di intraprendere un percorso di questo genere, il terapeuta avrà il compito di preparare il paziente e dargli i giusti strumenti, accompagnandolo attraverso una terapia individuale.
Nel corso delle sedute di terapia di gruppo, il singolo può vivere un’esperienza emotiva sostitutiva, un tipo di esperienza positiva che va a sovrascrivere quella vissuta in precedenza, estremamente negativa. Stando a contatto con gli altri, parlando con loro, ascoltandoli e ricevendone feedback, creando un legame, l’individuo potrà disconfermare la visione di gruppo che ha elaborato a causa del suo passato di sofferenza e umiliazione.
Potrà vivere in modo diverso la dimensione del gruppo.