In questo video approfondiremo le fondamentali tematiche relative all’accrescimento e alla sottrazione di energia vitale. Ci faremo guidare in tale percorso da “La profezia di Celestino”, un lavoro che integra in modo mirabile spiritualità e psicoanalisi, che è stato tradotto in 34 lingue ed ha venduto oltre 20 milioni di copie.
Ciò che mette i brividi di tale opera è che ad oggi le sue profezie di speranza hanno già cominciato ad avverarsi. Oggi ci concentreremo sulla quarta e quinta delle nove illuminazioni lasciateci dal libro, sottolineando la loro importanza per una ricostruzione più sana e vitale dei rapporti umani.
La quarta illuminazione svela come gli uomini vivano, senza neppure rendersene conto, all’interno di una continua ed estenuante lotta per rubarsi energia psichica a vicenda.
La quinta illuminazione mostra invece come ottenere una fonte di energia vitale illimitata e liberarsi in tal modo dalle primitive dinamiche di vampirismo energetico che affliggono le innumerevoli masse di uomini inconsapevoli.
In questo video descrivo e decifro questi insegnamenti e spiego come utilizzarli praticamente.
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Entriamo subito nel vivo del tema.
La quarta illuminazione
Secondo la quarta illuminazione, fatta eccezione per una ristretta cerchia di individui particolarmente evoluti, il mondo appare come un vasto luogo di competizione per l’energia vitale e quindi per il potere.
La maggior parte delle persone consumano la propria vita alla ricerca perenne dell’energia altrui.
Tale competizione per l’energia vitale è la base inconscia di qualsiasi conflitto umano, dalle piccole liti in famiglia e sul lavoro fino alle grande guerre internazionali. In pratica, il fine nascosto e inconscio di ogni confronto e conversazione non riguarderebbe tanto l’argomento di cui si parla quanto la necessità di manipolare l’interlocutore al fine di assorbirne l’energia vitale.
Ognuno cerca di acquisire il controllo della comunicazione e chi riesce a imporre il proprio punto di vista riceve una grossa carica psicologica a discapito di chi è stato sottomesso.
Immaginiamo ad esempio un ritrovo tra amici in cui si stia parlando di politica.
In una situazione come questa, ciò che spinge le persone a confrontarsi e ad accalorarsi nella conversazione non sarebbe tanto l’impegno politico, quanto il tentativo di vincere il confronto dialettico, conquistando in tal modo un certo quantitativo di energia vitale e autostima.
Colui che viene assorbito rimane insicuro, inibito, scoraggiato, stanco e preda di pensieri negativi. Al contrario, chi ha la meglio si impossessa di una buona dose di energia psichica e ottiene enormi vantaggi. Si sente forte, leggero e sicuro di sé, pensa più velocemente e percepisce la realtà in modo più vivido e profondo.
In relazione all’argomento, è giusto sottolineare come non faccia nessuna differenza se ci serviamo di razionalizzazioni varie, raccontando a noi stessi e all’altro di impegnarci in tali confronti per il bene del nostro interlocutore, perché dobbiamo aiutarlo a capire qualcosa o a migliorarsi.
Il danno arrecatogli persiste ugualmente.
Il libro profetizza che non appena si formerà una massa critica di persone consapevoli di tale dinamica si produrrà un progressivo cambiamento sociale e spirituale tale da trasformare il mondo intero. A quel punto gli esseri umani riusciranno a liberarsi dalla lotta per il possesso dell’energia perché saranno finalmente in grado di riceverla da un’altra fonte.
Una fonte illimitata e costantemente disponibile per tutti, a cui poter attingere in modo autonomo, con il semplice desiderio.
La quinta illuminazione
La quinta illuminazione rivela l’assetto mentale e le tecniche meditative per accedere a tale preziosa fonte di energia vitale. In tal senso, un prerequisito psichico fondamentale riguarda la necessità di lavorare su noi stessi allo scopo di acquisire una più profonda empatia per il prossimo e per l’intero ecosistema in cui siamo immersi.
Dopo esserci avvicinati il più possibile allo stato d’animo appena descritto, saremo pronti per dare il via a una specifica meditazione atta a ricaricare noi stessi e il prossimo di energia vitale.
Meditazione per ricaricarsi di energia vitale
La prima cosa da fare è focalizzarci sugli aspetti che più apprezziamo di una persona o di un determinato elemento naturale, come per esempio un albero o un animale. Occorre concentrarci profondamente sulla bellezza di tali caratteristiche fintanto che esse non assumano per noi una rilevanza particolare.
In questo tipo di pratica, può capitare di percepire nella persona che abbiamo davanti una bellezza mai vista prima, commovente, divina. Oppure possiamo percepire un albero in modo meraviglioso, estremamente vivido, come se fosse circondato da una sorta di alone luminoso.
Si può giungere a contattare il mistero e la sacralità di quell’albero.
In questo modo possiamo superare il senso di separazione tra noi e ciò che abbiamo davanti. Possiamo spingerci oltre i confini del nostro Ego e sentirci parte di una dimensione più ampia, significativa e autentica.
Attraverso tale approccio, giungiamo infine a sviluppare amore incondizionato per l’oggetto della meditazione. Non occorre imporci di amare quanto piuttosto permettere all’amore di entrare in noi.
Quando otteniamo questo tipo di esperienza, facciamo alcune inspirazioni profonde per facilitare il processo di accettazione dell’energia proveniente dall’oggetto della nostra meditazione. In tal modo, non stiamo rubando energia ma ci stiamo aprendo attraverso l’Amore alla possibilità di accettare energia vitale da tutto ciò che ci circonda, dall’universo intero.
Inoltre, focalizzando la nostra attenzione sulla percezione della bellezza, del respiro e dell’amore entriamo in uno stato di “non mente” caratterizzato da pace, gioia spirituale e intuizione.
Quella che ho appena descritto è la meditazione trasmessa dall’opera “La profezia di Celestino” per ricaricare contemporaneamente noi stessi e il prossimo di energia vitale. È una pratica molto semplice ma allo stesso tempo estremamente efficace che ognuno di noi può utilizzare ogni giorno, in modo sia formale che informale.
Il senso profondo dell’Amore
Percorrendo tale via, appare utile sottolineare come secondo la quinta illuminazione il ruolo dell’amore sia stato a lungo frainteso. L’amore non è qualcosa che dovremmo provare per essere buoni o per rendere il mondo un posto migliore in virtù di un astratto senso morale.
In realtà, amare il prossimo è il più profondo e sano edonismo che possiamo sperimentare. Perché più amiamo e apprezziamo gli altri, più ci carichiamo di energia. Più apprezziamo la bellezza di chi abbiamo davanti, più energia fluisce verso di lui e di conseguenza in noi stessi.
Ecco perché amare e dare energia a chi ci circonda è quanto di meglio possiamo fare per noi stessi. Una volta superate le barriere dell’Ego, è fisiologico che profondere amore nell’altro equivale a donarlo a noi stessi. Pensiamo al sole. Esso per scaldare tanti oggetti fouri da sé, deve sviluppare al suo interno un calore ancora più intenso. Lo stesso avviene con l’Amore.
Quando il nostro Amore scalda il prossimo, scalda in modo ancora più forte noi stessi.
Possiamo sperimentare questa dinamica anche nelle piccole cose.
Per esempio, se dopo aver consumato la colazione al bar ringrazio e saluto il barista con un bel sorriso e con particolare gentilezza, subito si produrrà sia in me stesso sia nell’altro una risposta che aumenterà il mio livello di vitalità. E il bello è che possiamo ripetere questo tipo di interazioni molte volte durante una giornata, caricandoci sempre più di energia positiva.
Nella sfera amorosa, la coppia precipita presto nella negatività quando prevale la possessività, il controllo, quando l’attenzione cade su quello che l’altro dovrebbe dare e non dà. Mentre le uniche coppie felici sono quelle dove prevale l’offerta piuttosto che la richiesta d’amore.
Liberarsi dalla dipendenza emotiva
In psicoterapia, viene utilizzato lo stesso principio in forma avanzata.
Il terapeuta trasmetta in modo consapevole e metodico la propria energia vitale al paziente il quale riuscirà così a rielaborare la propria vita attraverso un più elevato punto di vista.
La cosa sorprendente è che a un certo punto del percorso il paziente sarà in grado di rimandare la stessa energia verso il terapeuta, innescando così un circolo autoalimentantesi e crescente di energia vitale.
In effetti, diverse evidenze cliniche confermano l’esistenza di un meccanismo secondo il quale affinché un percorso terapeutico possa risultare davvero efficace per il paziente, deve risultare spiritualmente nutriente anche per il terapeuta.
Per approfondire il tema in questione risulta molto importante comprendere come ciò che ci confonde sia insito nella fisiologia stessa del nostro sviluppo psichico.
Da bambini, infatti, l’unica forma di energia vitale che possiamo assorbire è l’amore che riceviamo dai nostri genitori.
L’essere umano ha un’infanzia lunghissima per cui questo tipo di assetto si deposita profondamente in noi, nella nostra personalità. Il problema è che se non lavoriamo sul nostro mondo interiore rischiamo di rimanere bloccati in tale condizionamento per il resto della nostra vita, continuando a pensare anche nella nostra vita adulta che non vi sia altro modo di sentirci bene se non quello d’essere amati da una qualche persona speciale.
Tali distorsioni psichiche permangono perché, se l’essere umano da un punto di vista concreto ha imparato molto bene a prendersi cura di sé, lo stesso non può dirsi però per la cura interiore, della quale solo recentemente ha compreso l’importanza.
Tutti noi sappiamo bene che se da bambini era qualcun altro a doverci allacciare le scarpe, adesso dobbiamo farlo in modo autonomo. Capiamo che un adulto è normalmente chiamato ad assumersi la cura di sé in prima persona.
Ma se da un piano concreto ci spostiamo a quello interiore, le cose incredibilmente cambiano in modo brusco. Nella sfera emotiva, infatti, rimaniamo infantile e anche da adulti continuiamo a credere che debba essere qualcun altro a provvedere al nostro equilibrio emotivo.
Ma dato che nessuno può colmare il vuoto di qualcun altro in modo perpetuo, ecco che molti cosiddetti amori, che non sono altro che amori egoici, focalizzati inconsciamente sul fagocitare l’energia del partner, cadono ben presto nella delusione, nella manipolazione e nel conflitto.
Narcisismo, amore egoico e capacità di amare
Questo spiega anche la piega narcisistica della nostra società, dove le persone lottano incessantemente per esser viste, riconosciute e amate dal prossimo. A fronte di tale strada fallimentare, diventa necessario comprendere come per ognuno di noi esista una strada molto più sicura, facile e sana per sentirsi bene: la strada dell’indipendenza emotiva.
Tale strada non consiste nel fare di tutto per essere amati, ma nello sviluppare la capacità di amare.
L’iniziato a tale approccio smette di dipendere dall’approvazione altrui, smette di pensare che sia l’altro – l’amico, il genitore, il figlio o il partner – ha dover riempire il proprio mondo interiore. Al contrario, giunge ad assumersi la responsabilità del proprio equilibrio emotivo e dei propri stati interiori.
La fonte della felicità: Saper Amare
Vorrei concludere con un’ultima riflessione di tipo esistenziale.
Quando giungeremo al nostro ultimo giorno di vita, ciò che ci permetterà di chiudere gli occhi serenamente non sarà la consapevolezza di essere stati amati, ma quella di aver saputo amare veramente. Poiché per colui che non sia in grado di amare, l‘amore ricevuto non porta alcun calore, nessuna pace, nessuna salvezza. Apriamo gli occhi sul fatto che abbiamo una fonte di felicità che è sempre a portata di mano e consiste nel saper amare in modo non possessivo tutto ciò che ci circonda.
Come insegna il grande maestro dei maestri, le porte del Paradiso si aprono per coloro che siano in grado di amare il prossimo come sé stessi.