Benvenuto o bentornato in questo canale di psicoterapia spirituale. Grazie a tutti quelli che si stanno iscrivendo.

In questo video analizzeremo un passo del Vangelo contenente le istruzioni esoteriche utili a superare momenti di vita caratterizzati da inibizione e aridità.

Il nostro potenziale e le inibizioni psicologiche che lo limitano

Diversi studi dimostrano che ognuno di noi esprime soltanto una piccola percentuale del proprio potenziale interiore e che la maggior parte delle nostre capacità rimane inibita da false convinzioni e sistemi di difesa accumulatasi strato dopo strato in risposta ai traumi subiti nel corso della vita.

Facciamo alcuni esempi concreti.

Un soggetto si trova in pizzeria con gli amici. Vorrebbe chiacchierare con leggerezza e semplicità come tutti gli altri, ma non riesce a fluire nella conversazione. Si sforza di trovare le parole giuste ma così facendo si sente sempre più bloccato e a disagio.

Un secondo affronta il mondo del lavoro con apatia, sacrificio e stress. E non riesce a capire come facciano alcuni suoi colleghi a vivere quella stessa esperienza con creatività, motivazione e successo.

Un terzo, infine, si accorge con rammarico di non aver mai avuto una passione. Non c’è nulla che lo coinvolga appieno, nulla che lo elettrizzi e invidia coloro che sanno cosa vogliono e che vivono una vita desiderante, accesa e piena.

Questi sono solo alcuni esempi di come alcune inibizioni psichiche possano interferire con la nostra quotidianità, impedendoci di esprimere appieno il nostro vero potenziale.

In relazione all’argomento, ricordiamo come uno degli scopi del nostro viaggio su questo pianeta-scuola si dispieghi proprio nel raggiungere un maggior grado di evoluzione psicologica rispetto alle versioni di noi che ci hanno preceduto, contribuendo in tale modo ad accrescere la consapevolezza generale dell’intera umanità.

La ricompensa che ognuno di noi riceve quando compie un passo in questa direzione è nientemeno che la felicità.

 

I varchi per accedere all’evoluzione spirituale

Ma quali sono i varchi per accedere a tale evoluzione?

Mercurio per gli antichi greci, gli angeli nella tradizione ebraica.

A seconda delle varie culture, i messaggeri che veicolano le intuizioni del Sé profondo si presentano sotto forme diverse.

Ma ad ogni modo adempiono tutti alla medesima missione: quella di fungere da ponte tra Cielo e Terra, tra la divinità e l’essere umano.

Ovviamente tali illuminazione risultano estremamente preziose per ognuno di noi poiché possono imprimere un forte impulso creativo alla nostra vita, aiutandoci a superare eventuali fasi di vita caratterizzate da stallo esistenziale e disagio mentale.

L’Arcangelo Gabriele e Zaccaria: favorire un contatto con il divino

Ora leggiamo e interpretiamo insieme un brano del Vangelo secondo Luca in cui l’Arcangelo Gabriele, l’angelo dell’acqua che presiede alla nascita, predice a Zaccaria la nascita del figlio che passerà alla storia come Giovanni il Battista.

Al tempo di Erode re della Giudea vi era un sacerdote di nome Zaccaria della classe di Abbia, che aveva per moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.

Avvenne che mentre Zaccaria svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso.

Fuori tuta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore ritto alla destra dell’altare dell’incenso”.

Qui il Vangelo suggerisce due elementi che possono favorire un contatto con un messaggero celeste.

Lavorare su sé stessi permette di ottenere insight mutativi

Innanzitutto, notiamo che un presupposto facilitante la grazia di un’illuminazione è la presenza di un certo grado di evoluzione spirituale. Volendo tradurre tale precetto in un linguaggio psicoanalitico, potremmo affermare che sarà più probabile ottenere degli insight mutativi per un soggetto che abbia sufficientemente lavorato su sé stesso, rispetto a un altro che abbia trascurato il proprio mondo interiore.

Non a caso Zaccaria, colui a cui è riconosciuto il privilegio di dialogare con un Angelo è un uomo giusto davanti al Signore. Egli è un iniziato, qualcuno cioè avviato da tempo all’interno di un percorso di consapevolezza.

Lo spazio della meditazione per accedere a un’illuminazione

Il secondo insegnamento che ci viene suggerito tra le righe è che per evocare momenti di grazia è importante svolgere determinate pratiche rituali. Zaccaria infatti non viene visitato dalle forze celesti in un momento qualsiasi, ma in un momento di preghiera.

Per ognuno di noi è più facile recepire un messaggio proveniente dalle sfere superiori dell’Essere all’interno di uno spazio dedicato appositamente a tale scopo.

Mi riferisco qui a uno spazio di meditazione, di Non-Mente, un momento in cui pratichiamo un qualsiasi rituale che ci aiuti a uscire dalla dimensione automatica e alienante del tran tran quotidiano.

Non è un caso che in un altro passo del Vangelo, un angelo appia a Giuseppe in sogno ovvero in una dimensione in cui lo spirito si libera dai confini logico formali del proprio Io e diventa un tutt’uno con l’Essere al di là delle forme.

Un altro esempio di come le funzioni elevate del Sé possano essere evocate attraverso determinate pratiche è il genio del cinema David Lynch, il regista di capolavori visionari ed esoterici come I segreti di Twin Peaks, Mullholand Drive e Inland Empire, che utilizza sistematicamente la meditazione trascendentale al fine di portare a effetto il suo incredibile talento.

Il timore di fronte al cambiamento richiesto: le resistenze

Proseguiamo la lettura.

Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: “Non temere Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esaultazaa e molti si rallegreranno della sua nascita perché egli sarò grande davanti al Signore.

Ora vi invito a riconoscere che il timore che prende Zaccaria è lo stesso che prende ognuno di noi quando ci troviamo alle porte di un profondo cambiamento dell’Essere.

Sapere che in Cina esiste un’unica parola per esprimere opportunità e crisi.

Non c’è vero cambiamento che non comporti una caduta da cavallo, che non porti un momento di destabilizzazione.

L’illuminazione veicolata dall’Angelo ci strappa via dall’Ego, dalla nostra precedente visione del mondo e di noi stessi. E questo anche se ci spalanca le porte di grandi potenzialità, può farci paura.

Un po’ come capita a un personaggio di Matrix, che dopo essersi “risvegliato” vuol tornare a dormire.

Nel linguaggio psicoterapeutico, il timore di Zaccaria davanti alla consapevolezza rappresentata dall’Angelo prende il nome di resistenza.

In ogni paziente c’è una parte che vuole cambiare e un’altra che lotta per difendere il sintomo e la propria falsa identità. Non dimentichiamo che nel brano appena letto, l’Angelo afferma: “la tua preghiera è stata esaudita”. Proprio come ogni paziente all’interno di un percorso di psicoterapia, Zaccaria teme che si avveri ciò per cui ha pregato, la sua ambivalenza si manifesta con chiarezza.

Come direbbe il maestro Pierluigi Caselli “Ne sai qualcosa?”

Chi di noi non vive un certo grado di ambivalenza davanti all’Angelo, davanti all’opportunità di stravolgere la propria vita?

Quanti di noi sono inavvertitamente affezionati alla propria sofferenza?

In ogni caso, un buon analista sa che in terapia le resistenza di Zaccaria rappresentano da un lato la più forte inibizione, ma allo stesso tempo il più importante punto di svolta verso il cambiamento.

Non c’è cambiamento, infatti, senza resistenze.

La nascita di un bambino: il simbolo del puer e la natura che spinge verso il nuovo

Andiamo avanti nella nostra esegesi analitica e notiamo ancora che il cambiamento portato dall’angelo riguarda un evento carico di significati simbolici. Ha a che vedere non solo con un nascita ma addirittura con la nascita del grandissimo profeta Giovanni il Battista.

L’angelo che predice la nascita di un profeta rappresenta una potentissima illuminazione, in grado di ingenerare nell’uomo una nuova vita e un cambiamento salvifico e spirituale che va a smuovere e rinnovare i precedenti assetti psichici.

In psicoanalisi, in particolare nel filone di studi junghiano, la nascita di un bambino è messa in relazione con l’archetipo del puer, ovvero con un simbolo operante nell’inconscio collettivo e veicolante la forza prorompente della natura che spinge verso il nuovo.

Esso rappresenta il minuscolo seme di senape, il granel di frumento che morendo porterà gran frutto, l’insignificante che diviene divino. Nella cultura greca è connesso per esempio all’ascesa di Ercole all’Olimpo.

Tale simbolo ricorre nel percorso terapeutico, nei sogni e nelle libere associazioni dei pazienti che si apprestano ad accogliere un profondo rinnovamento nelle loro vite.

Il fatto che un Angelo veicoli la nascita di un profeta rappresenta un’intensificazione della stessa dinamica. In tale senso è opportuno considerare che Giovanni il battista è un profeta potentissimo e secondo guide spirituali della levatura di Yogananda è addirittura il maestro dello stesso Gesù.

“La luce risplende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta”.

La luce portata da Giovanni non è accolta. Sulle prime prevalgono le resistenze della società nei confronti di una parola nuova e il profeta viene decapitato da uomini ciechi e malati, sprofondati nel buio dell’inconsapevolezza.

Certo è che Giovanni porta comunque a compimento la sua missione, preparando la strada per una potente rivelazione spirituale che cambia per sempre l’umanità.

Vediamo dunque che il contatto con il divino che risiede in ognuno di noi genera vita nuova, in grado di rinnovare il mondo.

La razionalizzazione

Salto qui qualche riga e vediamo quando Zaccaria disse all’Angelo: “Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni.

Zaccaria qui mette in scena quella parte di noi che resiste al cambiamento aggrappandosi a pensieri pseudo oggettivi e pseudo scientifici. In terapia tale forma di resistenza prende il nome di razionalizzazione. Il paziente che resiste alla possibilità di rinnovare la propria vita, porta al terapeuta una serie di sì, ma…

una serie di ragionamenti atti a confutare qualsiasi possibilità di cambiamento.

Quando questo avviene, il terapeuta deve far notare al paziente che le sue razionalizzazioni sono sostenute nel profondo da un principio inconscio e irrazionale, veicolato dal Corpo di Dolore, da un Demone.

Se il paziente è abbastanza consapevole da accogliere tale interpretazione, tali resistenze si dissolvono presto, permettendo alla coppia terapeutica di riprendere il cammino.

Andiamo avanti ancora.

L’angelo gli rispose: “Io sono Gabriele, che sto davanti a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno al loro tempo”.

Ecco qui Zaccaria rappresenta quella parte di noi che è tanto evoluta da saper evocare un’intuizione illuminante ma non abbastanza per saperla accogliere senza resistenze.

Chi non si arrende alle parole dell’Angelo, chi non fluisce con la vita, chi resiste ai messaggi di cambiamento inviati dal Sé profondo, perde la parola, diviene mutacico come Zaccaria, rimane inibito, bloccato.

Certo, la potenza rinnovatrice dell’Angelo è stata ormai evocato e nessuno potrà fermare la sua opera. Ma le reticenze rappresentate da Zaccaria non gli permetteranno di fluire da subito con il fiume della vita.

Il fiume della vita scorre impetuoso verso il cambiamento. Ma l’incredulo rimane momentaneamente escluso da tale movimento.

La forza dell’Angelo dovrà agire da sola e Zaccaria rileverà i benefici della sua opera a giochi fatti. La stessa dinamica si palesa spesso in psicoterapia: il paziente invoca un cambiamento di vita, ma poi resiste a tale cambiamento.

Ha acquisito abbastanza consapevolezza per innescare un processo di guarigione ma poi teme quello che ha evocato. Il risultato è che il paziente, proprio come Zaccaria, rimarrà bloccato per un certo tempo, fintanto che la forza del Sé profondo, veicolata dal terapeuta, non porterà a compimento la proprio opera risanante.

Vorrei concludere rivolgendoti alcune domande:

in quale momento della tua vita e in quale forma si è presentato a te un Angelo?

Quando ha bussato alla tua porta, fino a che punto hai saputo accoglierlo?

Ti ricordo che sono disponibile a effettuare consulenze online e in presenza nel mio studio di Roma Prati e che è possibile prenotarsi inviando un messaggio whatsapp al numero: 392 6560624

Grazie dell’ascolto, ti auguro una buona giornata.

Share on FacebookTweet about this on TwitterEmail this to someoneShare on LinkedInPin on Pinterest